San Miniato in provincia di Pisa Toscana
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Comune di San Miniato

provincia di Pisa

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SAN MINIATO

• Situato nel Valdarno di sotto, il territorio comunale si estende per 102,56 kmq sulle alture dominanti la pianura dell'Arno tra le valli dell'Egola e dell'Elsa e nella pianura sottostante. Comune di origine medievale, ha subito nel 1928 una diminuzione territoriale con la separazione della frazione Ogliati aggregata a Palaia. • Insediamento di origini antichissime, come dimostra il rinvenimento di reperti di età preistorica, San Miniato ha affermato la propria importanza nel Medio Evo, soprattutto per la sua posizione all'incrocio fra i fiumi Arno ed Elsa e fra le strade Pisa-Firenze e Francigena. Le sue origini sembrano legate a un borgo sviluppatosi intorno a una cappella fondata nell'VIII secolo e data in enfiteusi nel 938 a un nobile lucchese. Castello popoloso e circondato di fossati già nel 999, fu munito di fortificazioni nel XII secolo. Nel 1178 e nel 1185 vi dimorò Federigo I Barbarossa, dal quale pare abbia derivato l'appellativo «al Tedesco». Comune ghibellino con una certa precoce autonomia, ricevette numerosi privilegi dall'imperatore Federico II, che vi soggiornò nel 1226 e ne concepì una ristrutturazione urbanistica in senso preminentemente militare, facendolo al contempo sede di un vicario imperiale (che sarà costretto ad abbandonare la Toscana nel 1284, dopo la sconfitta alla Meloria dei pisani, suoi più validi protettori). Nel 1291 San Miniato si unì alla lega guelfa capeggiata da Firenze, combattendo con essa nel 1307 contro gli aretini e i fuorusciti bianchi. Teatro di lotte di fazione e di devastazioni per tutto il XIV secolo, nel 1313 perdette vari territori, ribellatisi al suo dominio o conquistati dai pisani. Ne rientrò in possesso nel 1317 in base alla pace fra i comuni della Toscana conclusa entro le sue stesse mura, anche se le controversie continuarono fino alla pace di Montopoli, del 1329. Nel 1347 si pose sotto il dominio diretto di Firenze, contro la quale si sollevò nel 1367 su istigazione del comune pisano. Dopo un lungo assedio fu riconquistata nel 1370 dai fiorentini che sostituirono l'appellativo «al Tedesco» con quello di «fiorentino». Eletta sede del vicariato del Valdarno Inferiore, rimase da allora sempre sotto l'autorità di Firenze, seguendone le vicende (talora drammatiche, come in occasione dell'assedio e del saccheggio subito nel 1529 a opera delle truppe di Carlo V). Nel 1622 ottenne la sede vescovile e il titolo di città. Un soggiorno di Napoleone nel 1797 entusiasmò tanto da spingere molti ad arruolarsi nell'esercito «rivoluzionario». Dopo un'incerta partecipazione ai moti del '48, manifestò il suo appoggio a Leopoldo II, sollecitandolo nello stesso tempo alla promulgazione della costituzione. Ciononostante numerosi samminiatesi parteciparono alla guerra d'indipendenza del 1859. A partire dal 1929 sviluppò una discreta organizzazione clandestina antifascista e durante la Resistenza vi si formò una brigata partigiana. Tra i suoi figli illustri San Miniato annovera Francesco I Sforza (1401-1466), il pittore Ludovico Cardi detto Il Cigoli (1559-1613), l'architetto Antonio Niccolini (17721850) e il filosofo Augusto Conti (1822-1905). • Risorsa economica preminente di San Miniato fu, nei secoli passati, l'agricoltura: sulle colline, tra Settecento e Ottocento, erano diffusi l'olivo, la vite e gli alberi da frutto, mentre in pianura si coltivavano i cereali; altre attività di rilievo erano l'allevamento ovino e bovino (con produzione di formaggi) e l'apicoltura. A partire dal secondo dopoguerra si è registrato l'approfondirsi della frattura fra la zona pianeggiante, dove si sono sviluppate le industrie, e quella collinare, prevalentemente agricola, spopolatasi per la crisi del settore. Oggi l'agricoltura, che assorbe poco più del 3% della popolazione attiva, fornisce cereali, foraggi, pomodori, carciofi, barbabietole, tabacco, mentre la zootecnia, che ha in generale una buona consistenza, conta numerosissimi allevamenti suini e avicoli. L'industria, che occupa un'abbondante metà della manodopera presente sul territorio comunale, si identifica soprattutto con una miriade di aziende di piccola e media dimensione, operanti nel settore della lavorazione delle pelli e del cuoio (concerie e tintorie, ma anche guardolifici, suolifici, tacchifici, tomaifici, tracerie), e, in misura minore, con laboratori di confezioni e di accessori per l'abbigliamento. Nel capoluogo, ricco di testimonianze storico-artistiche e sede di numerose iniziative culturali, si è sviluppato il turismo. • Al censimento del 1991, il numero di abitanti registrati nel comune di San Miniato è di 25.352, con una densità di 247 unità per kmq. La popolazione, che nel 1551 era di 3.945 abitanti, è passata nel 1745 a 8.495. Nel corso dell'Ottocento, e fino alla pritna metà del Novecento, ha avuto un incremento notevole e costante, raggiungendo le 12.851 unità nel 1830 e le 16.516 nel 1881. Nel 1936 si registravano 21.056 abitanti e la tendenza alla crescita è perdurata anche nei decenni più recenti con i valori di 21.391 unità nel 1951, 22.091 nel 1961, 22.810 nel 1971 e 25.002 nel 1981.

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